di
Beniamino Terraneo 
Con la
diffusione del collezionismo fotografico si è
sviluppata un'esigenza a cui non si era mai posta
particolare attenzione: la necessità di stampe che
garantiscano la massima conservazione nel tempo.
Musei,
Istituzioni, Fondazioni o privati considerando
l'acquisto di una fotografia come un potenziale buon
investimento, si preoccupano perchè queste abbiano
una garanzia di lunga durata.
I
problemi di conservazione sono complessi, si tratta
di materiali e tecniche di stampa, un trattamento
fatto in modo corretto è il primo passo verso la
lunga vita dell'immagine.
Nel
bianco-nero è relativamente facile, c'è maggiore
esperienza sui materiali, oltre 150 anni di pratica
e migliaia di stampe da studiare e analizzare.
Nella
fotografia a colori, nata solo dopo il 1950, è molto
più difficile dare garanzie, la natura dei materiali
e la diffusione di massa, ha creato una foltissima
schiera di laboratori commerciali interessati alla
velocità del trattamento , mai alla qualità.
Per
questo ci sono problemi di conservazione gravi, è
esperienza comune vedere stampe colori con immagini
completamente degradate e colori alterati.
Gli unici
sistemi di stampa che diano garanzia di
conservazione eccezionale sono la stampa al carbone
Fresson, l'Ultrastable Color System e Dye-Transfert.
Parleremo
quì del procedimento Fresson:stampa a colori con la
massima durata nel tempo.
Nella
periferia Sud di Parigi, Henry Theodor Fresson e in
seguito i suoi eredi, realizzano questa stampa
particolare, dal 1899 solo in bianco-nero e dal 1952
anche a colori.
Il
procedimento al carbone perfezionato nel 1878 da
Artigue, senza la necessità del transfert prende il
nome dal colore nero fumo ricavato dal carbone di
legna polverizzato. Nel 1952 Pierre Fresson
perfeziona la tecnica per ottenere stampe a colori
con un sistema simile alla stampa offset.
Tre
immagini pigmentate rispettivamente in cyan, giallo
e magenta si sovrappongono a registro per ricavare i
colori per sintesi sottrattiva.
I neri
così ottenuti mancano di profondità , quindi si
aggiunge una quarta stesura al fine di rinforzare i
neri.
Si tratta
di una quadricromia ma i toni sono continui, senza
trama diversamente dalla stampa offset.
Il
principio del carbone è semplice in teoria: sotto
l'azione dei raggi ultravioletti, il bicromato di
potassio ha la proprietà di indurire la gelatina. Si
proietta un negativo sul supporto, le parti chiare
lasceranno passare gli UV che induriranno lo strato
che tratterrà il pigmento, mentre le zone dense
proteggendo la gelatina la lasceranno solubile.
Immergendo la stampa nell'acqua lo strato gelatinoso
si scioglie più o meno a secondo del grado di
esposizione e l'immagine apparirà in positivo.
Come
prima operazione bisognerà quindi realizzare i
quattro negativi di selezione su film speciale.
Michel
Fresson con il figlio Jean-François, ultimo eredi,
ingrandiscono di solito gli originali nel formato
4x5".
Ognuno di
questi negativi servirà per differenti proiezioni su
ogni strato di gelatina.
Il
segreto dei Fresson risiede proprio in questa fase
dove la stesura di gelatina e pigmento è realizzata
con una macchina artigianale inventata nel 1899 dal
primo Fresson.
E'
infatti difficilissimo ottenere un gelatinaggio
perfetto. Questa operazione deve essere eseguita
quattro volte ed è inframmezzata ogni volta da uno
sviluppo con acqua e segatura seguita da asciugatura
e appiattimento della carta con presse a caldo,
alimentate a gas.
La carta
carbone, è poco attinica, richiede quindi dei tempi
di posa molto lunghi.
Nelle
stampe a colori una esposizione media va da venti
minuti a un'ora per ogni strato di colore, nella
stampa in bianco-nero, eseguita sempre a due toni,
spesso l'esposizione supera le due ore.
La
famiglia Fresson utilizza ancora tutta
l'attrezzatura del capostipite Henry Theodor,
quattro ingranditori orizzontali accostati,
costruiti in legno, sola concessione alla modernità
è la testa illuminante; una lampada ad arco, con
luce molto ricca di raggi UV e di potenza elevata.
La carta
di supporto è normalmente un cartone archival di
forte spessore.
Le carte
e cartoni archival e di forte spessore sono
necessarie poichè sopportano bene le lunghe
manipolazioni, dall'ammollo iniziale di alcune ore
per togliere tutti gli indurenti e per stabilizzarla
nelle sue dilatazioni, la carta subirà tanti
lavaggi, asciugature e appiattimenti prima di
arrivare al ritocco finale.
Il
ritocco, fase delicata, è realizzata da Michel e sua
moglie con gli stessi colori utilizzati per
pigmentare i vari strati.
Caratteristica della stampa Fresson è la durata
massima nel tempo, merito della qualità dei pigmenti
che sono assolutamente insolubili e di ottima
solidità alla luce.
L'aspetto
visivo è particolare per la grana pittorialista e la
superficie satin.
Se
comparata a una stampa Cibachrome, la resa di una a
colori al carbone appare nel suo effetto "pointilliste"
dovuta alla delicatezza dei pigmenti colorati e che
la fa assomigliare agli Autochrome dell'inizio del
novecento.
Il
contrasto locale è abbastanza elevato ma i colori
intermedi sono resi in maniera mirabile.
Una
stampa classica appare quindi meno incisa. Questa
stampa naturalmente non è adatta a lavori
commerciali normali è sopratutto utilizzata da
artisti internazionali per mostre.
John
Batho, Deborah Turbeville, Peter Lindberg sono
autori che spesso utilizzano questa stampa. Per
Sheila Metzner è diventata la cifra stilistica di
tutto il suo lavoro artistico.
Beniamino Terraneo
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